Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana, è sempre “figlio del tempo” e si adatta al contesto sociale in cui si svolge. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Il gioco stimola l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno; con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti.
Oggi i giochi sono prodotti dalle industrie, la Tv e il computer hanno ucciso la creatività dei ragazzi, eliminando i segni educativi del gioco: il movimento, la comunicazione, la fantasia, l’avventura, la costruzione, la socializzazione. Un tempo con poco si sopravviveva alla noia, oggi purtroppo ciò non avviene più, come, a causa dell’aumento del benessere e del traffico non si gioca più nelle strade e i giochi tradizionali continuano a vivere solo nella memoria dei più anziani.
Di solito le bambine preferivano giochi più tranquilli, come ad esempio la campana, mentre i maschi preferivano i giochi di movimento: nascondino, fazzoletto (maccatur), tiro alla fune, ecc. La maggior parte dei giochi si svolgeva all’aperto, tra fratelli, amici o vicini di casa, perchè le case erano piccole e poco spaziose. Prima era più bello perchè si stava di più in compagnia. I bambini del passato sapevano anche osservare di più il mondo che li circondava. Costruivano i loro giocattoli con materiali che rispettavano l’ambiente.